Laspalla è l'articolazione più mobile del corpo, con la quale sono concessi ampi gradi di movimento in flessione, adduzione e abduzione, più limitati in estensione e nella rotazione interna ed esterna.
Quando a livello dell'articolazione della spalla si riescono ad esprimere dei movimenti qualitativi, si possono compiere tutti i movimenti sui diversi piani e assi, in maniera ottimale e completa senza limitazioni e dolore.
L'integrità dell'articolazione della spalla, è garantita dal sistema attivo muscolare e da quello passivo capsulo-legamentoso.
La componente muscolare è fondamentale, per evitare dei sovraccarichi a livello della capsula articolare e dei legamenti nel corso dei movimenti.
Il malfunzionamento del sistema attivo muscolare, fornito dai muscoli della cuffia dei rotatori: sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, crea nella reiterazione dei movimenti, dei veri e propri danni alle strutture molli ed ossee dell’articolazione. Una delle condizioni più comuni che si verifica nei frequentatori di palestra, a causa di tensioni eccessive a livello delle strutture tendinee, è l'instabilità di spalla, con conseguente risalita della testa dell’omero verso l’acromion, condizione che causa infiammazioni a livello muscolare e delle borse sinoviali, oltre che un'alterazione del ritmo scapolo-omerale.
Problematiche alla spalla e rimedi
Le patologie della spalla possono derivare da:
un'instabilità gleno-omerale;
un ipomobilità gleno-omerale;
un disallineamento gleno-omerale;
un disallineamento scapolo-toracico.
Le problematiche più comuni derivanti da queste patologie sono:
tendiniti o tendinosi;
calcificazione sull'inserzione tendinea;
borsite subacromiodeltoidea;
rottura parziale o completa dei tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori;
capsulite adesiva.
In tutti questi casi, a seconda del tipo di patologia, il cliente prima di iniziare a svolgere gli esercizi in palestra, deve essere valutato dal medico e dal fisioterapista, superare con un programma riabilitativo, la fase acuta e sub-acuta e solo a questo punto, con tutte le indicazioni del caso, avviare un fase di recupero funzionale in palestra. In linea generale è bene evitare nelle fasi iniziali: i movimenti in cui si porta il braccio al di sopra della testa che implicano un conflitto subacromiale; gli archi di movimento che arrecano i sintomi dolorosi a livello della spalla; secondo le indicazioni fornite, può essere utile il rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori, limitando il rinforzo dei muscoli che accentuano il disallineamento gleno-omerale e scapolo-toracico.
L'articolazione della spalla e la cuffia dei rotatori
Con il termine ''spalla'', si intende in senso stretto l’articolazione gleno-omerale, formata dalla testa dell’omero e dalla porzione della scapola la cavita glenoidea con cui essa prende contatto.
Nonostante la scarsa congruenza tra i capi articolari, la testa dell'omero è infatti accolta solo per un terzo della sua superficie nella cavità glenoidea, mantiene per effetto dei muscoli della cuffia dei rotatori e dei legamenti, una buona stabilita.
La cuffia dei rotatori, rappresenta l’insieme dei muscoli che si occupano della stabilizzazione dell’articolazione della spalla; oltre a ciò, crea un fulcro che permette al muscolo deltoide il movimento di abduzione, quindi di allontanamento del braccio dal corpo.
I grandi tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori: sottoscapolare, sottospinato, sovraspinato e piccolo rotondo, proteggono l’intera articolazione avvolgendo la testa dell’omero.
Nello specifico nei movimenti della spalla come nell'abduzione, l'azione del deltoide muscolo abdottorio, avviene in sinergia: con il sovraspinato che agisce soprattutto fissando la testa dell'omero nella cavità glenoidea e con il sottospinato e il sottoscapolare che oltre a fissare la testa omerale ne permettono l'abbassamento e la rotazione.
Qunando i movimenti a livello della spalla avvengono in maniera corretta, viene rispettato anche l'ottimale ritmo scapolo-omerale che ricordiamo ha un rapporto 2/1 a favore dell'omero, quindi parlando sempre di abduzione completa fino ai 180° di ROM, 120° vengono compiuti dall'omero i restanti 60° dalla scapola.
Allenamento e cuffia dei rotatori
Appare perciò chiaro come una scarsa cooperazione tra il deltoide e i muscoli della cuffia dei rotatori, possa rendere tutti gli esercizi svolti in palestra per allenare la spalla e non solo, biomeccanicamente scorretti, generando alla lunga possibili problematiche dolorose ed invalidanti, nelle persone che si allenano considerando solo il lato puramente estetico, tralasciando tutti gli aspetti legati alla prevenzione e al benessere.
In palestra è perciò essenziale inserire nella routine di lavoro un allenamento qualitativo per i piccoli muscoli della cuffia dei rotatori, al fine di garantire una corretta stabilità e biomeccanica nel corso degli esercizi.
Dato che i muscoli della cuffia dei rotatori hanno un'azione maggiormente sinergica e non mobilizzatrice, è meglio allenarli con dei carichi molto bassi ai cavi o con degli elastici, in modo da riuscire a curare nel miglior modo possibile la qualità del movimento.
Gli esercizi più adatti per allenare la cuffia dei rotatori, sono quelli in cui si compiono delle rotazioni esterne ed interne dell'omero che deve essere mantenuto sul piano scapolare, il range di ripetizioni per serie può variare tra le 10 e le 15, cercando di non arrivare al massimo affaticamento muscolare che chiaramente non permetterebbe di esprimere un movimento di qualità.