Le catene muscolari
E' importante conoscere il concetto di catene muscolari quando ci si allena in palestra, per poter selezionare meglio gli esercizi da svolgere.
Nell'uomo è essenziale l'assunzione e il mantenimento per un lungo tempo della stazione eretta, nel modo più economico e confortevole possibile. Osservando la posizione della linea di gravità a livello cefalico (passante attraverso il foro occipitale e distribuendo il peso con i 2/3 in avanti e 1/3 dietro) e a livello plantare (passante per il cuboide), si nota un netto squilibrio da cui si può dedurre che l'uomo in stazione eretta non è mai in equilibrio, ma in sbilanciamento anteriore con continue oscillazioni e aggiustamenti posturali. Occorreranno forze maggiori per perdere l'equilibrio indietro e lo squilibrio anteriore produrrà anche una padronanza migliore delle instabilità laterali, rimandando le tensioni statiche alla parte posteriore del soggetto.
Da alcuni principi della statica apprendiamo che esiste sia un equilibrio statico, che permette di mantenere il corpo in una posizione statica, sia un equilibrio dinamico che consente ai segmenti corporei di raggiungere una condizione di stabilità.
Non è un caso che i 2/3 della nostra muscolatura più fibrosa, resistente, più in profondità, di forte tono, sia costituita da muscoli della statica o tonici (antigravitari o posturali ) che garantiscono, con la loro continua contrazione, la stabilità in stazione eretta e durante gli spostamenti.
I muscoli della dinamica o fasici (deputati al movimento), più superficiali e con scarsa resistenza allo sforzo, invece, non sono indispensabili per il mantenimento della postura in quanto, terminata la loro contrazione, ritornano al loro stato di quiete. Per questo motivo nei paramorfismi e nei dismorfismi, si assiste ad uno squilibrio di tensione che colpisce esclusivamente i muscoli statici.
Catene muscolari e allenamento
È importante ragionare nella scelta degli esercizi in palestra, non solo in termini di singoli gruppi muscolari, ma anche di catene muscolari, vale a dire di muscoli inseriti su leve ossee consecutive e sinergiche nel realizzare lo stesso tipo di movimento.
Le catene muscolari più importanti sono tre: la catena muscolare posteriore, la catena muscolare anteriore e la catena superiore laterale.
La catena muscolare posteriore, ha inizio con i muscoli superficiali e profondi che si inseriscono sull'occipite; prosegue con la muscolatura intrinseca della colonna vertebrale arrivando fino al bacino; continua poi con la muscolatura glutea, gli ischiocrurali, il popliteo, il tricipite surale e i muscoli plantari.
La catena muscolare anteriore, ha inizio con il muscolo sternocleidomastoideo, i muscoli profondi anteriori del collo e gli scaleni; prosegue con i pilastri del diaframma, la muscolatura addominale, l'ileopsoas e la fascia iliaca; continua poi distalmente con il quadricipite femorale e il tibiale anteriore.
La catena superiore laterale, è costituita anteriormente: dal grande pettorale, dal coracobrachiale, dal bicipite brachiale, dal brachiale, dal supinatore e dai muscoli anteriori dell'avambraccio; posteriormente: dai romboidi, dal trapezio, dal grande dorsale, dai fasci posteriori del deltoide, dal tricipite brachiale e dai muscoli posteriori dell'avambraccio.
L'atteggiamento posturale nelle catene muscolari, può essere modificato da impulsi squilibrati che possono essere causati da vari fattori: alterazioni della sensibilità, gesti o posture squilibrate ripetute, atteggiamenti antalgici, limitazioni traumatiche o funzionali.
Quando la condizione di squilibrio nelle catene muscolari prevale, si instaura una nuova situazione d'equilibrio con adattamenti all'impulso squilibrante, da cui deriverà una nuova postura adattata.
Si genereranno compensi dovuti alla ricerca automatica di una situazione antalgica da parte dei muscoli antigravitari con vocazione posturale.
Questi muscoli saranno soggetti ad un'attività contrattile continua, per cui la loro fisiopatologia sarà l'ipertonia ed, essendo la muscolatura tonica lenta e poco affaticabile, la condizione patologica non sarà la debolezza, ma l'accorciamento e la retrazione (rigidità).
Da quanto scritto, è fondamentale considerare con attenzione l'equilibrio tra le catene muscolari non solo per l'allenamento in palestra, ma anche per ottenere un equilibrio posturale globale.
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